martedì 30 ottobre 2012

Wolfhound

Il film di cui parlerò oggi è il primo film fantasy in lingua slava. Non lo dico io, bensì uno slogan promozionale, pertanto potrebbe benissimo trattarsi di millantatori. Tuttavia, è indubbio che di fantasy russi ce ne sono ben pochi: a me vengono in mente soltanto le due trasposizioni dei romanzi di Luk'janenko.

Wolfhound, va detto, inizia male. La prima scena è una riproposizione dell'incipit di Conan il Barbaro di John Milius. Una scelta ardita, considerando che Conan è un film di culto, con una delle colonne sonore migliori di sempre e più vecchio di almeno vent'anni. Non esagero se dico che a un certo punto stavo per passare ad altro. Fortunatamente, però, non l'ho fatto. Subito dopo questo mezzo passo falso, precipitiamo nel pieno dell'azione.
C'è una fortezza, ammantata nell'oscurità, su cui sventola lo stendardo del Lupo. "King in the North!" dirà qualcuno. E invece no. Il lupo è il simbolo di chi ha ucciso i genitori del protagonista insieme a tutta la tribù, proprio come in Conan è il serpente il simbolo della vendetta. Ed è proprio la vendetta che l'eroe cerca, intrufolandosi nella fortezza, dove troverà invece due nuovi compagni e i primi tasselli di un disegno più ampio dei suoi sentimenti. Piano piano, cominciamo a conoscere l'ambientazione e la trama diventerà più articolata.

Il tema principale è il rapporto tra un uomo e il destino. Wolfhound, il lupo-cacciatore, è un guerriero solitario, abile con la spada e accompagnato da un pipistrello con l'ala rotta e da compagni di viaggio altrettanto scalcinati. Il suo scopo iniziale è trovare l'assassino di suo padre, ma nel corso della sua ricerca si troverà a fronteggiare un nemico di ben altro spessore. Giunto nella città-stato di Gavirad, conoscerà una persona a cui offrirà la sua spada - manco a dirlo, una graziosa fanciulla, trovandosi così a dover scegliere continuamente tra la vendetta e la sicurezza della sua protetta. Così, man mano che l'eroe si fa conoscere per il valore in combattimento, apprendiamo qualcosa di più sulle suo origini e come ha saputo affrancarsi da un triste destino.
Wolfhound, in poche parole, sembra un uomo in grado di confrontarsi con il destino stesso. Non resta che da chiedersi se fallirà, piegandosi a un potere più grande di lui, o riuscirà a vincere le nuove sfide che ora ha di fronte. Wolfhound è stato accostato da alcuni, non senza ragioni, al Campione Eterno di Michael Moorcock.

Questo film non è esente da difetti. L'incipit, ma non solo. Tuttavia, a fronte dell'evidente ristrettezza di mezzi forniti dalla produzione rispetto ai concorrenti californiani, è realizzato veramente bene. La matrice slava si sente molto di meno rispetto ai film che ho citato in apertura e tuttavia il linguaggio usato è leggermente diverso da quanto siamo abituati. Il protagonista, in particolare, parla poco e non è uno sbruffone, e tuttavia non nasconde le sue emozioni. I compagni sono piuttosto interessanti, anche se un po' sacrificati. La principessa, nell'immagine... be', che vi aspettavate?
Solo l'antagonista principale non mi ha convinto, piuttosto anonimo e, per giunta, mascherato. Sono resi meglio gli ambigui alleati di Gavirad, questo è certo, anche se alla fine sono tutti della stessa risma. Quello che non ho ben capito, e probabilmente è colpa della riduzione cinematografica, è la relazione che lega i due signori della guerra che compaiono nel film al cattivo, avendo tutti e tre come simbolo il lupo. Wolfhound è infatti tratto da un libro, che probabilmente spiega molto meglio l'ambientazione di quanto si capisca dalle poche battute dei personaggi. Anzi, esistono più libri con lo stesso protagonista. L'autrice, Maria Semenova, ha probabilmente riscosso un certo successo in patria, e devo dire che sarei curioso di scoprire una traduzione in inglese di questa storia - in italiano mi sento di escluderlo.

In conclusione, un film interessante e, a tratti, esotico. Non proprio il massimo dell'originalità, ma di gran lunga meglio delle porcherie che può capitare di vedere al cinema, come il remake di Conan.

5 commenti:

  1. Non ho visto il film in questione cosí come non ho letto il libro da cui è tratto dal momento peró che la lettertura russa e slava in senso lato di genere, di solito è abbastanza surreale,iperbolica e immaginifica m' intereserebbe capire se anche questo Wolfhound segue questa scia.

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    1. Non so dire per il libro, ma nel film la differenza rispetto ai film americani non è tanto nella storia, quanto nel tono e nei dettagli. La storia, di per sé, è abbastanza canonica.

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    2. Ma sai che c'è una scena che è un po' onirica, per così dire, soprattutto grazie al contesto da cui si parte e alle musiche? Tralaltro, è uno dei momenti più intensi del film.

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  2. Ma perché il lupo? Il lupo è tutt'altro che un cacciatore solitario....

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    1. Non l'ho mica capito. I tre druidi, due dei quali ambigui alleati/nemici e il terzo il cattivo con la maschera, hanno come stemma il lupo e ci può stare. Lui... boh?
      Wolfhound, ho appena scoperto, poi sarebbe "canelupo"...

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